Apprendiamo con sgomento della prematura scomparsa, oggi, di Massimo Buzzi, una delle figure di riferimento del mondo equestre e di quello lombardo in particolare.
Si tratta di una perdita che coglie – come sempre accade in questi casi – tutti impreparati. E che fa sfogare il dispiacere attraverso i ricordi. Tanti. In tanti anni.
La prima volta che mi è capitato di lavorare con Massimo Buzzi la ricordo bene. Era all’Idea Verde, per un Campionato regionale di Completo. Stiamo parlando di una quarantina di anni fa. E lui, a una segreteria esordiente, con tante incertezze e preoccupazioni, ingrigito presto, con i baffoni e l’inseparabile cartella, incuteva già un certo timore nonostante fosse qualcosa tipo… aspirante candidato giudice.
Da quel giorno lontanissimo, siamo cresciuti tutti. Dagli interregionali siamo passati ai nazionali e poi agli internazionali. Come quelli a ‘casa Villata’ alla Varletta. Che gare, che giurie. E lui sempre uguale a se stesso. Giacca, camicia, cartella. Con il tempo e la conoscenza, quello che originariamente era timore si è trasformato in altro. Nel piacere di ritrovare, gara dopo gara, una persona affidabile su cui contare sempre. Non uno facile o prono. Quello mai. Probabilmente anche non tra i più amati… Però una persona sincera. Quello sì. Sempre.
Ho fissati nella memoria alcuni frammenti che me lo fanno ricordare con grandissimo affetto. Come ai Campionati Europei giovanili a Barzago. O ai Mondiali di Roma. O ancora a La Mandria, dove rivedo un fotogramma di lui che ci aiutava a rimettere in ordine una delle diaboliche formule di excell. Insieme con Catie, un altro pezzo insostituibile che ci ha lasciato già da tempo, anche lei troppo presto, Massimo ha costituito una presenza costante nel corso di tanti anni.
Pensare che ora ci abbia lasciato, così in fretta, così senza appello, suscita un sentimento di sgomento.
Nonostante una proverbiale amabile cortesia e correttezza, non si può dire che fosse un simpaticone con tutti e del resto avrebbe detestato – da persona intelligente qual era – che lo si dicesse ora solo perché non c’è più. Era però una persona per bene, sincero e coerente. Uno su cui contare. Un grandissimo appassionato. Uno capace di mettersi a disposizione delle persone che lo rispettavano. Uno sportivo innamorato dello sport e di tutto ciò che rappresenta a livello valoriale.
Ci mancherà come quella sua dote riservata a pochi: quel suo senso dell’umorismo per il quale, tante volte, bastava un’occhiata…
Alla famiglia e agli amici più stretti, le sentite condoglianze di Cavallo Magazine